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Dopo la sua tragica scomparsa, avvenuta nel 2008, David Foster Wallace ha conosciuto un successo internazionale ancor più eclatante di quello avuto in vita: venendo celebrato all'unanimità come uno degli scrittori più importanti - se non il maggiore - del postmoderno. Tuttavia, è esattamente il suo rapporto ambiguo e per certi versi polemico con la letteratura e la cultura postmoderne il motivo che spinge Michele Ragno a indagare l'opera di Wallace da un inedito punto di vista filosofico: senza comprendere infatti il confronto giovanile con le posizioni deterministe di certa filosofia analitica non si capirebbero le critiche alla spersonalizzazione e disumanizzazione delle società contemporanee, onnipresenti nei reportage, nei racconti e nei romanzi. L'autore perciò si impegna nell'esposizione dei loro fondamenti teorico-concettuali, mostrandone le conseguenze nel campo delle relazioni, dell'arte, dell'educazione e della sessualità.